I secoli XVII e XVIII furono caratterizzati dalle esplorazioni dell’oceano Pacifico. Con i viaggi di Tasman (1642-43), del francese Bougainville (1767-68), che fu il primo francese a circumnavigare il globo, ma soprattutto con i tre viaggi di James Cook (1768-79), vennero esplorate l’Australia, la Nuova Zelanda, la Tasmania. Furono scoperte le isole Hawaii e le isole del Pacifico.
Nel corso del 1700 il danese Vitus Bering esplorò i mari dell’Alaska e della Siberia nord orientale, incaricato dallo zar russo Pietro il Grande di scoprire se l’Asia e l’America fossero collegate oppure no. Non lo erano, c’era tra Siberia e Alaska un passaggio di mare, che fu chiamato, appunto, stretto di Bering.
Oltre agli scopi commerciali, economici e politici, le esplorazioni contemplarono anche finalità scientifiche. Charles-Marie La Condamine, che a metà del ‘700 mappò l’Amazzonia, fu mandato dall’Accademia delle scienze francese in Sud America per misurare la lunghezza di un grado di longitudine lungo l’equatore, per capire se la Terra fosse schiacciata ai poli o all’equatore.