Nel 1550 a.C. Il faraone Ahmose I cacciò i popoli che avevano invaso l'Egitto nel secolo precedente, inaugurando il Nuovo regno, il periodo di maggiore potenza nella storia dell’antico Egitto, guidato da faraoni che furono “sovrani guerrieri”. Essi respinsero gli attacchi dei “popoli del mare”, che provenivano dal mar Egeo, e condussero guerre di conquista verso Mesopotamia, Siria, Palestina.
A minacciare il nuovo regno furono invece tensioni interne: nel XIV sec. a.C. Il faraone Amenofi IV, che poi cambiò il nome in Akhenaton, tentò senza successo di imporre un culto monoteista in opposizione alla casta sacerdotale. Alla sua morte fu dichiarato eretico e si ripristinò il culto originario. Il nuovo faraone Tutankhamon, che gli succedette quand’era ancora ragazzo, riportò la capitale a Tebe.
Il potere crescente dell'Egitto culminò nel regno di Ramses II. Il faraone conquistò la Libia e la bassa Nubia; spingendosi verso la Siria si scontrò quindi con gli hittiti, avversari di pari potere militare. Nel 1274 la battaglia di Qadesh si risolse in un completo equilibrio, che obbligò le due parti ad accettare un trattato di pace. Dopo nemmeno un secolo però entrambi i regni vennero invasi dai “popoli del mare”.