Questa lettera è stata scritta il 12 aprile del 1944 da Battista Gardoncini, comandante dei partigiani garibaldini delle Valli di Lanzo, alla moglie Teresa. Battista era un operaio autodidatta. Comunista militante, era fuggito in montagna per non essere arrestato dai tedeschi. Fu catturato in settembre, e fucilato a Torino con otto compagni il 12 ottobre del 1944. Aveva 48 anni. E’ stato insignito della medaglia d’oro al valor militare.
«Cara Teresa, sento prepotente il bisogno di dirti qualcosa di particolare per te sola. Non sono stato mai loquace nei tuoi confronti, mai ti dissi di quanta affezione e amore io abbia per te, benché su questo ne fossi consapevole. Ma in questi mesi di montagna e in mezzo a tanti ragazzi, in mezzo a battaglie e a tanti problemi che dovevo risolvere, la tua figura mi è sempre stata presente, e mi venivano alla mente tutto quanto tu sei stata per me, e quante pene per me hai sofferto. Mi sono guardato spesse volte d'attorno, ma non vidi mai donne che con te potessero competere per fortezza d'animo; sei sempre stata eroica in tutte le occasioni, e questo mi riempie d'orgoglio perchè tu sei la mia vera compagna. Mi sono certamente modificato, perchè sono diventato severo con me stesso, sento una responsabilità che mi indica in maniera chiara il mio lavoro futuro. Voglio fare qualcosa di buono nel mondo, ne ho ancora il tempo, e qualche capacità. Il partito ha fiducia in me, così sono sicuro da parte tua. [...] Immagino che dalle notizie della radio sarai convinta che non è più lontano il giorno della vittoria, quel giorno per me vuol dire finalmente riuniti. Ansie ve ne saranno ancora ma la certezza che sono le ultime saranno meno pungenti».