Bertolt Brecht (Augusta 1898 - Berlino 1956) poeta, drammaturgo e regista tedesco, con l’avvento del nazismo fu costretto all’esilio e ritornò in Germania soltanto nel 1948, stabilendosi a Berlino Est. Nella poesia c’è tutta la disperazione dell’esule che vede la Germania avviarsi verso l’abisso, ammaliata dalle parole di Hitler, di cui si diceva che in gioventù, per sbarcare il lunario avesse fatto anche l’imbianchino.
Il Fuhrer vi racconterà: la guerra
dura quattro settimane. Quando verrà l’autunno
sarete di ritorno. Ma
l’autunno verrà e se ne andrà
e verrà ancora e se ne andrà molte volte, e voi non
sarete di ritorno.
L’imbianchino vi racconterà: le macchine
ce la faranno per noi. Ben pochi
dovranno morire. Ma
voi morirete a centinaia di migliaia, quanti
mai in nessun luogo se n’è visti morire.
Quando sentirò che siete al Capo Nord
e in India e nel Transvaal, saprò tutt’al più
dove un giorno si potranno trovare le vostre tombe.*