La morte di Cesare segnò la fine delle repubblica romana. Dopo anni di guerre civili, il nipote Ottaviano, giovanissimo, prese in mano le sorti del paese. Istituì prima un triumvirato, insieme a Lepido e Antonio, poi, dopo aver eliminato i due colleghi esautorando il primo e sconfiggendo il secondo nella battaglia di Azio, assunse il titolo di Augusto, che gli fu conferito dal Senato nel 27 a.C.
Con l’ascesa al potere di Augusto (27 a.C.-14 d.C.) cambiarono le strutture politiche della repubblica: una lenta transizione portò alla nascita di una nuova forma di governo, l’Impero, che garantì al mondo romano due secoli di prosperità e sviluppo. Augusto non accettò mai titoli se non quello di princeps cioè di primo fra i cittadini, ma accentrò gradualmente i poteri nelle sue mani, fino a controllare tutti i territori dell’Impero.
Operò una grande riforma amministrativa e dell’esercito. Istituì una nuova carriera accanto a quella senatoria, la carriera equestre. Costruì strade e fondò città, attuò una riforma agraria che rivoluzionò l’aspetto delle campagne. Negli anni del suo governo ripresero i commerci e l’agricoltura, ci fu una crescita economica, che gli garantì un ampio consenso sociale.