I primi insediamenti in cui gli uomini vissero in maniera sedentaria risalgono a circa 10 000 anni fa, ai confini tra il Mesolitico e il Neolitico. Ma fu solamente nel Neolitico, grazie alle conquiste tecniche raggiunte in quel periodo, che un numero crescente di uomini (seppure in modo graduale e lento) cominciò a vivere stabilmente in villaggi. All'inizio i villaggi neolitici erano piccoli raggruppamenti di case che riunivano pochi nuclei familiari (qualche decina di persone in tutto). Mano a mano i villaggi crebbero, diventando, nel giro di qualche migliaio di anni, vere e proprie città. I ritrovamenti hanno permesso di capire che gli uomini neolitici costruirono villaggi di forme differenti. Si andava dalle classiche capanne alle palafitte sui fiumi o sui laghi, da piccole case di forma arrotondata ai suggestivi complessi di abitazioni scavate nei sassi di Matera. Fondamentale, in ogni caso, era la facilità dell'approvvigionamento di acqua: quando non c'era una fonte naturale nelle vicinanze, venivano scavati pozzi e costruite cisterne per raccogliere l'acqua piovana. Con l'affermarsi di uno stile di vita sedentario, si crearono le prime nette differenziazioni nella suddivisione del lavoro. Un'occupazione tipicamente femminile, ad esempio, era la tessitura, nata proprio in questo periodo: con l'invenzione del fuso e del telaio, alle donne toccò il compito di realizzare abiti, coperte e tessuti di vario genere. Un altro lavoro che inizialmente spettò alle donne fu la lavorazione della ceramica, con la quale venivano realizzati recipienti per conservare il cibo, vasi, tazze, ciotole. Nel corso del tempo, però, il progresso agricolo garantì un aumento della quantità di cibo e permise ad alcuni uomini di distaccarsi dalle attività di mera sopravvivenza: nacquero i primi artigiani, cioè persone che, per le loro capacità, venivano esonerate dai lavori agricoli e si dedicavano a produrre manufatti per l'intera comunità, la quale in cambio garantiva loro il cibo. I primi artigiani furono vasai e tessitori, mentre in seguito, nell'età dei metalli, assunse grande importanza la figura del fabbro. Un altro fenomeno tipico del villaggi neolitici fu la nascita del baratto tra una comunità e l'altra. La capacità di produrre più del necessario consentì agli uomini di scambiare oggetti e prodotti di cui abbondavano con altri di cui scarseggiavano: chi non praticava la tessitura, ad esempio, poteva ottenere tessuti in cambio di qualcos'altro di cui fosse ricco. Alcuni tra i primi prodotti ad essere barattati, oltre a quelli alimentari, furono l'ossidiana, una pietra dura molto adatta per ricavarne punte taglienti, e il sale, utilissimo per la conservazione del cibo.